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PRESENTAZIONE
Vieni a scoprire il mondo della Relazione di Aiuto attraverso il Counseling .
Se per te è la prima esperienza avrai la possibilità di mettere alla prova le tue
qualità umanistiche per apprendere le tecniche di accoglienza necessarie,
nella vita e nel lavoro, per comunicare efficacemente e poter far emergere il
meglio da ogni incontro umano.
Se poi desideri diventare Counselor noi offriamo la possibilità di conseguire
vari gradi di professionalità, dal Counselor Base, al Professionista,
all’Avanzato, in un ambiente aperto al confronto e alle idee, oltre ovviamente
a una didattica pratica e teorica, basata sul proporre sempre, e in tempo reale
a ciò che si studia, un laboratorio esperienziale sempre dinamico e non
imprigionato nella teoria fine a se stessa..
Se invece sei già Counselor allora puoi contare su una crescita progressiva,
sia di avanzamento professionale che umano, e un confronto costante con
docenti, colleghi e studenti. Supervisioni frequenti per capire le proprie
potenzialità e aspetti da migliorare, crediti ECM per chi ne ha la necessità. La
nostra politica è la dinamicità e il confronto. Il Counseling offre la grande
opportunità di mettersi in gioco a trecentosossessanta gradi, senza mai
perdere di vista l’importanza degli orari di chi lavora e della conseguente
necessità di non rimanere mai indietro con le lezioni.
“Le cose non esistono; ogni evento è un processo; la cosa è semplicemente
una forma transitoria di un processo eterno. Tutto è in un flusso”. Fritz Perls.
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MODULO 1: Tecniche di intervento individuali e di gruppo.
Scrittura autobiografica, creativa e immaginazione guidata nel counseling.
La creatività è una risorsa che non può non essere presa in conisderazione quando si
parla di crescita personale e promozione del benessere. Attraverso la scrittura, essa
può manifestarsi in tutto il suo potenziale aiutando i nostri clienti ad espandere il
proprio repertorio d’azione e trasformando i limiti in punti di forza.
La scrittura creativa, autobiografica e l’immaginazione guidata non sono tecniche
semplici ed immediate da implementare efficacemente all’interno della nostra
pratica lavorativa, ma con un percorso strutturato, didatticamente chiaro e ricco di
esperienze pratiche è possibile fin da subito far nostri questi strumenti.
Sottomodulo 1: La scrittura Autobiografica
In questo modulo andremo ad analizzare i principi della scrittura autobiografica, approfondiremo le
modalità con la quale può essere proposta, con che finalità e quali sono i punti di forza di questo
strumento. Comprenderemo perché a volte scrivere non è sufficiente e dunque l’importanza di una
necessaria attivazione preliminare (che collegheremo col modulo tre -> Immaginazione guidata).
Sottomodulo 2: Scrittura creativa
In questo modulo verranno proposte le varie tipologie di lavoro creativo con la scrittura. A
differenza della scrittura autobiografica, la scrittura creativa sembra spostare il suo focus di
intervento dall’individuo al suo mondo fantastico, anche se, come vedremo, quando si scrive si,
scrive sempre di noi stessi. Approcci differenti possono portare allo stesso risultato ma il poter
scegliere qualche utilizzare ci permette di rispettare eventuali limiti manifestati dal nostro gruppo o
dai nostri clienti rendendoci piu’ professionali, accoglienti e preparati ad ogni evenienza.
Sottomodulo 3: Immaginazione guidata
L’immaginazione è uno spazio nel quale tutto è possibile. Tuttavia, spesso vien contaminato dai
nostri limiti, dai nostri blocchi e dalle nostre fragilità. Esplorare tramite la fantasia il nostro mondo
interiore e i nostri processi interni può essere estremamente interessante e stimolante ma solo se
siamo in grado di rispettare le regole dell’immaginazione. Creare una immaginazione guidata
efficace e funzionale significa aver compreso il funzionamento delle dinamiche umane, dei processi
mentali di base e l’aver colto l’intima connessione tra gli aspetti individuali e gli archetipi. Gli
archetipi, come il cambiamento, il conflitto, l’amore ecc.. sono aspetti della nostra esistenza comuni
a tutti perché tutti, prima o poi nella nostra vita, li abbiamo affrontati. Esploreremo il mondo
archetipico e scopriremo come può aiutarci nel creare un viaggio immaginativo adattabile ad ogni
esigenza lavorativa.
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Modulo 2: Master nella conduzione dei gruppi
I gruppi sono un ottimo ambito nel quale crescere professionalmente. Per chi ne ha
avuto esperienza, avrà notato dinamiche molto differenti rispetto alla pratica
individuale. Il gruppo per la gestalt, è diverso dalla somma dei singoli individui ed è
un continuo mutare dettato dalle forze emotive sottostanti. Essere in grado di
cogliere i segnali che il gruppo ci manda è fondamentale per vivere serenamente il
rapporto con il nostro ruolo di conduttori, così come lo è esplorare le nostre
difficoltà e i nostri limiti attuali che emergono quando erriamo in un sistema così
turbolento e misterioso. Il gruppo è luogo di grandi regressioni, ed essere in balia
delle sue maree può risultare frustrante e lasciarci senza fiato. Questo modulo di
incontri è aperto a coloro che hanno già avuto esperienze di conduzione di gruppi e
vogliono approfondire l’argomento ma anche a coloro che hanno il desiderio di
inziare ma non sanno come fare e che sentono il bisogno di basi teoriche e pratiche
per compiere il primo salto.
Sottomodulo 1: Gruppo autoritario
Il gruppo autoritario è il gruppo che tutti noi probabilmente preferiamo. Abbiamo il potere, il controllo, ci sentiamo forti
del nostro ruolo e gratificati quanto le cose vanno secondo le nostre aspettative. E’ il gruppo nel quale la responsabilità
del suo andamento dipende maggiormente dal conduttore ma essere l’ago della bilancia non è sempre facile e
rilassante.
Per quanto possiamo desiderarlo, il controllo sulle situazioni non è eterno e possono capitare momenti di smarrimento
nei quali potremmo chiederci “sto facendo la cosa giusta?” o “e’ la direzione giusta da prendere?”. Il peso della
responsabilità può essere leggero come una piuma o pesante come macigno sulle nostre spalle. In questo tipo di
approccio, la parola chiave è sopratutto “messa in discussione”, perché da un lato potremmo non aver mai dubbi sul
nostro operato e trovarci nel lungo periodo senza persone nella stanza, o mettere costantemente in discussione le
nostre decisioni, trasmettendo un senso di incertezza e poca fermezza. La soluzione è come spesso succede nel
mezzo, ma per riuscire ad abitare questa delicata distanza tra l’assoluta sicurezza e la fragile insicurezza, è necessario
sviluppare la capacità di ascoltarsi, di ascoltare il gruppo e ascoltare noi in relazione al gruppo.
Sottomodulo 2: Gruppo democratico
Il ruolo di conduttore democratico ci può insegnare quanto sia difficile riuscire a trovare un compromesso. In un gruppo nel
quale il potere è maggiormente equi-distribuito, posiamo assistere alla responsabilizzazione dei partecipanti, alla presa in mano
del loro destino, dei loro desideri e delle loro difficoltà. Questo perché non possiamo sempre sceglier per l’altro, non possiamo
pretendere di porre sotto una campana di vetro coloro a cui teniamo. Il conduttore democratico deve avere la capacità di
scorgere quando è giunto il momento di passare il testimone, affinché il dono della libertà non passi piu’ tramite lui, ma da
un’autorità ancora più’ alta e insidiosa, quella del gruppo. Esploreremo questo “ruolo di mezzo” che brilla per complessità,
perché richiede acume nel dosare la libertà da concedere e la serenità interiore necessaria per vivere senza angustie il tanto
pauroso quanto indispensabile momento del tuffo nel vuoto, che richiede il primo passo verso la libertà.
Sottomodulo 3: Leader Laissez-Faire
uno stile di conduzione lassezfarie è caratterizzato dalla pressoché assente partecipazione del conduttore. E’ il tipo di gruppo
ideale per sperimentare cosa accade nel momento in cui esso viene lasciato a briglia sciolta. L’invito a non intervenire se non in
momenti di massima necessità, ci permette di sperimentare sulla nostra pelle gli effetti dei mutamenti dell’assetto rguppale,
perché la nostra attenzione non piu’ focalizzata sulla conduzione, quindi sul fare, ma sull’ascoltare e sentire ciò che avviene nel
nostro interno, quali forze ci agganciano o ci respingono, come gestiamo tali forze e come possiamo, ni seguito trasformarle. Il
conduttore lassezfaire è estremamente connesso con il flusso che attraversa i partecipanti e riesce a cogliere ogni mutamento
di questa invisibile corrente. Per riuscire a sviluppare tali capacità, è indispensabile sperimentarsi e mettesi alla prova in un
contesto protetto e sicuro nel quale rielaborare i vissuti emotivi emersi ed osservare con tranquillità il dialogo tra i punti di vista
che nel gruppo avranno preso forma.
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Modulo 3: Il corpo accusa il colpo
In questo ciclo di incontri sperimenteremo l’instabile connessione tra corpo e mente, e risponderemo
alla domanda “come può il corpo essere integrato nel counseling?”. Portando una particolare cura nel
rispettare i limiti da non superare, verranno proposti approcci e tecniche da implementare nel proprio
ambito di lavoro esperienziale. La promozione del benessere è un aspetto fondamentale nel lavoro
del counselor ed è proprio nel corpo che il benessere viene sperimentato. Ristabilire equilibrio e
serenità sono solo alcuni degli obiettivi che possiamo porci agendo sulla persona tramite il corpo e
aprire la nostra sensibilità corporea non può che portare ad un livello superiore di sensibilità emotiva.
Tutto ciò che riguarda la consapevolezza passa dal corpo, perdere questo pezzo, significa perdere un
pezzo di noi.
Sottomodulo 1: Introduzione all’approccio corporeo
Il corpo è il ritratto dell’adattamento della nostra psiche al nostro passato. Come con un quadro, la sua contemplazione
può essere a momenti straziante altri esaltante, e il nostro pennello sarà il respiro che, a seconda della sua inclinazione e
profondità di tratto, ci potrà avvicinare o allontanare dalla nostra unicità. Imparare il dialogo senza parole può farci
scoprire che, nel profondo, le uniche unità statiche sono le nostre convinzioni su chi siamo. In questo incontro
approfondiremo il ruolo importantissimo del corpo all’interno delle relazioni di aiuto e la sua interazione con il cervello
nella produzione e nella percezione degli stati emotivi. Verranno fornite informazioni teoriche sulla genesi e sviluppo
delle più comuni tensioni muscolari ed emotive e sull’ipertrofia culturale del sistema dello stress. Inoltre, attraverso l’uso
di esercizi corporei, non ci limiteremo soltanto ad osservare dal vivo quali cambiamenti fisiologici avvengono quando le
memorie del passato riemergono e si riversano nel qui ed ora, ma anche come queste possano condizionarci limitando
la nostra libertà di scelta e l’emergere delle nostre reali potenzialità.
Sottomodulo 2: I limiti del corpo
In questo incontro principalmente esperienziale, sperimenteremo i limiti che il nostro corpo può sostenere. Con
delicatezza e rispetto, esploreremo le linee di confine interne che vengono identificate come “blocchi psicosomatici” e
avremo l’occasione di lavorare su tutto ciò che il nostro Sé corporeo sceglierà di porre sotto la nostra attenzione.
Imparare a vivere il corpo in prima persona, ci sensibilizzerà all’ascolto corporeo dell’altro, perché nessuno strumento
può essere efficace se non ha prima passato il vaglio dei nostri sensi. Analizzeremo i collegamenti tra i vissuti corporei
interni e i nostri blocchi nella vita reale, ci immergeremo nei contenuti emotivi trattenuti dalle nostre tensioni fisiche e
sperimenteremo l’intensità del lasciarsi trasportare dal fiume delle nostre sensazioni. Le rive a cui approdare sono
sempre la consapevolezza e l’avvicinamento, passo dopo passo, a chi siamo realmente. Per farlo, è necessario lasciar
cadere le armature e riaprirsi a ciò che più ci spaventa: l’inconsapevolezza di ciò che celiamo dentro di noi.
Sottomodulo 3:
Nel terzo e ultimo modulo sull’approccio corporeo alle relazioni di aiuto, ci dedicheremo del tempo per approfondire e
sperimentare noi stessi come conduttore le varie tecniche sperimentate nei precedenti incontri. Tutte le modalità
proposte verranno inquadrate in un contesto operativo che rispetti e tuteli sia il counselor che il cliente. Verranno forniti
feedback sulle modalità di intervento e sui progressi di acquisizione delle varie tecniche. Verrà inoltre riservato uno
spazio didattico riguardante le neuropersonalità, ovvero su come il nostro corpo e le nostre esperienze modifichino il
carattere per renderlo più adattabile al mondo che lo circonda. Questi adattamenti, spesso, finiscono nel lungo periodo
per diventare dei veri e propri tratti di personalità che ostacolano il contatto con noi stessi e con gli altri. Impareremo ad
individuare tali tratti e ad utilizzarli come bussola per rendere più efficaci in nostri interventi. Avere una mappa sul quale
orientarsi è il primo passo per creare un clima di fiducia interno che possa fungere come punto d’appoggio anche per
chiunque scelga di richiede il nostro aiuto.
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